lunedì 10 agosto 2009

Sudò sangue


Cominciamo da oggi, col pubblicare i racconti partecipanti al contest e partiamo da una storia in cui il tempo è concentrato in una particolare notte che tutti (o quasi) conosciamo abbastanza bene. Un punto di vista inusuale, quello di qualcuno che il tempo in qualche modo si presume possa o debba dominarlo e invece ne è normale vittima come chiunque.
Nel ricordare agli altri partecipanti che, per vedere pubblicato anche il proprio racconto sul blog, è necessaria autorizzazione scritta mediante email inviata alla redazione, vi lasciamo a Francesco Colucci e al suo:

SUDO' SANGUE
In quest’orto degli ulivi, mai fu più cara la mia volontà. La brezza ululava tra gli ermi legni argentati, calda luna silente li abbracciava e lenti respiri consumavano l’atmosfera di quella notte.
Si avvicinarono i discepoli e il maestro: “ Rimanete qui e pregate per non farvi catturare dalla tentazione”… e stettero. Poi come un fiume in cerca del suo mare si allontanò , e inginocchiatosi pregò con devozione: “ Padre chiedo troppo alla mia volontà. Uomo mi generasti, vidi colombe saltar dai tetti e raggiunger nidi di conforto nell’azzurro, tempeste d’ acqua gelida, di mari placati da te. Due folgori per vedere il tuo splendore nel mondo, per vedere il dono che mi hai concesso. Più volte le mie celesti sfere incrociarono i volti dei miserabili, ogni volta versai lacrime di gioia per loro perché è per loro il regno dei cieli.
Bruciante di fuoco ebbi dal tuo spirito la forza di farti conoscere, di mostrare ai ciechi, di guarire gli storpi, di dar da bere agli assetati, di ridar vita ai tuoi figli.
Alle tue creature mostrai la via per rifuggir il fuoco , li ho resi ciechi del mondo per fargli vedere il tuo regno, sordi di melodia per ascoltare la tua voce. Ho portato la spada perché nasca l’amore.
E adesso…Oh…troppo duro è il mio destino. Morire dovrò e già so cosa mi attende…”
E in quel momento vide una dopo l’altra affacciarsi nella mente immagini di dolore: armi di ferro bollente strusciare la morbida carne, sangue fumante sulla sabbia rovente…nessun grido. E la croce.
“ Perché non voglio ciò che già so?! Sento l’atroce suono dei passi del tempo sempre più chiaro. Non due soli e non due lune attraverseranno questo cielo prima che io spiri per l’uomo. Forse la mia volontà umana, gentile di pietà, non vale un granello di questo universo? Padre, se vuoi, allontana da me questo calice…Sia fatta la tua volontà, non la mia.” Figlio mio, mai più cara fu la mia voce nella tua, e le mie lacrime divennero sudore, sudore rosso di angoscia sulla tua pelle.
Sudò sangue, mio figlio. Il sangue che spaccherà la roccia , feconderà la sabbia, rinfrescherà le fiamme, pulirà l’uomo".
In quel momento un angelo scese , le sue calde ali lo confortarono e il maestro ritornò dai suoi discepoli.

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